Renzi watch
#106
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Re: Renzi watch
Europe - Italy to reveal ‘cost of EU palaces’ in escalating budget row - France 24
Is this a wise tactic in view of some of Italy's, ahem, somewhat high spending on certain "institutions"?
Is this a wise tactic in view of some of Italy's, ahem, somewhat high spending on certain "institutions"?
I see that this statement of Renzi's has now hit wider headlines:
BBC News - EU Commission head Juncker attacks UK and Italian PMs
I must say that to me it looks Renzi look like a particularly cynical player to the (home) gallery.
Pots and kettles.
#107
Re: Renzi watch
Obviously given the like population figures Italy/UK, the Italian criminals are 600% more efficient than the British. Come on Brits what are you waiting for, Sex, Drugs and Crime, JFDI. Get the numbers up so that the UK doesn't have to pay the 2.1 Billion to the EU. Better still get out of the EU and keep the naughty criminals out..................
#108
Re: Renzi watch
Obviously given the like population figures Italy/UK, the Italian criminals are 600% more efficient than the British. Come on Brits what are you waiting for, Sex, Drugs and Crime, JFDI. Get the numbers up so that the UK doesn't have to pay the 2.1 Billion to the EU. Better still get out of the EU and keep the naughty criminals out..................
Hear,hear......
#109
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Re: Renzi watch
Tony Blair pictured with two of Italy's ministers during dinner with Italian PM | Daily Mail Online
Renzi taking a refresher course from his idol?
Anyone care to tell me how this was reported in Italy (if at all), particularly on TV?
Is he by any chance lined up for one of Fabio Fazio's interviews?
(though from what I've seen of old Fabio folk often go on his prog to flash a book cover and I'm not aware that La Blair is about to bless us with another one)
Renzi taking a refresher course from his idol?
Anyone care to tell me how this was reported in Italy (if at all), particularly on TV?
Is he by any chance lined up for one of Fabio Fazio's interviews?
(though from what I've seen of old Fabio folk often go on his prog to flash a book cover and I'm not aware that La Blair is about to bless us with another one)
#110
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Re: Renzi watch
Tony Blair pictured with two of Italy's ministers during dinner with Italian PM | Daily Mail Online
Renzi taking a refresher course from his idol?
Anyone care to tell me how this was reported in Italy (if at all), particularly on TV?
Is he by any chance lined up for one of Fabio Fazio's interviews?
(though from what I've seen of old Fabio folk often go on his prog to flash a book cover and I'm not aware that La Blair is about to bless us with another one)
Renzi taking a refresher course from his idol?
Anyone care to tell me how this was reported in Italy (if at all), particularly on TV?
Is he by any chance lined up for one of Fabio Fazio's interviews?
(though from what I've seen of old Fabio folk often go on his prog to flash a book cover and I'm not aware that La Blair is about to bless us with another one)
#111
Re: Renzi watch
Tony Blair pictured with two of Italy's ministers during dinner with Italian PM | Daily Mail Online
Renzi taking a refresher course from his idol?
Anyone care to tell me how this was reported in Italy (if at all), particularly on TV?
Is he by any chance lined up for one of Fabio Fazio's interviews?
(though from what I've seen of old Fabio folk often go on his prog to flash a book cover and I'm not aware that La Blair is about to bless us with another one)
Renzi taking a refresher course from his idol?
Anyone care to tell me how this was reported in Italy (if at all), particularly on TV?
Is he by any chance lined up for one of Fabio Fazio's interviews?
(though from what I've seen of old Fabio folk often go on his prog to flash a book cover and I'm not aware that La Blair is about to bless us with another one)
Here's an article in the Corriere della Sera.
#112
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Re: Renzi watch
#113
Re: Renzi watch
Tony Blair: «Matteo Renzi, unica via per la sinistra italiana»
L’ex premier britannico a Roma «Chi non cambia i sistemi di base, in un mondo che cambia così tanto e così velocemente, rimane indietro»
di Paolo Valentino
ROMA «La modernizzazione che Matteo Renzi sta cercando di portare in Italia è la sola strada per una forza progressista, che vuole creare una società più giusta ed eguale. Chi non cambia i sistemi di base, in un mondo che cambia così tanto e così velocemente, rimane indietro. Abbiamo tutti davanti gli stessi problemi: globalizzazione, innovazione tecnologica, demografia. La ragione per cui molti Paesi devono riformare sistemi pensionistici, welfare, mercato del lavoro è proprio il mondo che cambia. E la sinistra ha successo solo quando rimane fedele ai suoi valori, ma li applica in modi diversi per tempi diversi». A Roma per una serie di incontri, compreso quello avuto ieri con il Presidente del Consiglio, l’ex premier laburista britannico Tony Blair ha concesso un’intervista al Corriere . Abito grigio, in grande forma, i famosi occhi azzurri che continuano a lanciare scintille, solo i capelli più radi e diafani ne raccontano i 61 anni.
Signor primo ministro, lei fece le sue riforme in un panorama economico caratterizzato dalla crescita, mentre oggi Renzi e gli altri leader devono farlo nel pieno della più grave recessione del Dopoguerra. In che modo governi progressisti possono riformare e rimanere fedeli a se stessi in tempi di crisi?
«Oggi il cambiamento è allo stesso tempo più urgente e più difficile. Penso che in Europa sia necessario un “grande compromesso”, l’intesa a stimolare l’economia, sul piano degli investimenti e su quello monetario, in cambio di sostanziali riforme strutturali, altrimenti l’economia non sarà competitiva in futuro. La moneta unica è stato un progetto motivato dalla politica ma espresso nell’economia, dove l’assunzione implicita era che la crescita continuasse all’infinito. Gli aggiustamenti necessari per allineare le varie economie non vennero fatti. Oggi, di fronte alla recessione, venuto meno lo strumento della svalutazione, l’eurozona deve agire insieme».
Lei quindi critica quei Paesi come la Germania, che insistono solo sull’austerità?
«È impossibile ridurre il debito se non si ha crescita. E’ necessario per l’eurozona combinare misure per lo sviluppo nel breve periodo, varando le riforme che nel lungo termine renderanno quella crescita sostenibile. Ma è chiaro che prima venga la crescita».
L’Europa deve affrontare anche una grave crisi di credibilità presso le opinioni pubbliche. Ieri al Parlamento europeo Papa Francesco ha criticato la troppa burocrazia, la distanza dai cittadini, la «globalizzazione dell’indifferenza» che caratterizzano l’Ue. Allo stesso tempo, crescono nel Continente forze anti-europee, nazionaliste, anti-immigrati che contestano l’esistenza stessa del progetto europeo. Qual è una risposta progressista a questa crisi dell’Europa?
«Credo siano necessarie tre cose. Primo occorre capire che la rabbia della gente è reale, per questo sono necessarie politiche per la crescita e il lavoro. Secondo bisogna affrontare le genuine preoccupazioni sollevate dalle ondate migratorie. E qui abbiamo bisogno di regole, ma non di pregiudizi: quindi forti controlli per frenare l’immigrazione clandestina e misure comuni a tutta l’Unione Europea. Terzo e più importante, l’Europa deve concentrarsi non sulla burocrazia o l’interferenza nella vita delle persone, ma su grandi cose che mostrino perché essa sia l’idea giusta per il XXI secolo: mercato unico, politica energetica, difesa e sicurezza comuni. In nessuna crisi alle nostre porte, oggi, siamo in grado di agire senza che gli Usa siano il senior partner. La percezione della gente è che Bruxelles e le sue istituzioni siano lontani. Tutte le volte che l’Europa si pone il problema di come avvicinarsi alle persone, le sue istituzioni avviano una grande introspezione su se stesse e, due o tre anni dopo, notiamo che la gente le sente ancora più distanti».
Ma come si danno risposte comuni senza forti istituzioni comuni?
«Non riusciremo ad affrontare i partiti dell’estrema destra nazionalista con altri dibattiti sui poteri di Commissione, Consiglio e Parlamento. La priorità immediata è dare alla gente il senso del perché l’Europa sia rilevante nel Terzo Millennio. E la ragione oggi non è più la pace, come per la generazione dei nostri genitori, ma il potere. Se vogliamo essere influenti, far avanzare i nostri valori e interessi in un mondo dove emergono nuovi protagonisti, Cina, India, Indonesia che è tre volte la Germania, ci vuole l’Europa».
Non molti suoi connazionali sono d’accordo. Quanto la preoccupa la prospettiva del Brexit?
«Sono molto preoccupato dalla possibilità che il Regno Unito esca dalla Ue. Sarebbe un disastro per noi e per l’Europa. Però non credo ci sia una maggioranza della popolazione favorevole all’uscita».
Che fare con la Russia? Come bilanciare la necessità di sostenere le aspirazioni dell’Ucraina, con la legittima difesa dei nostri interessi economici e strategici?
«La cosa migliore è tenere fermi i nostri valori. L’Europa deve agire con fermezza di fronte alla destabilizzazione dell’Ucraina. D’altra parte, ci sono aree dov’è indispensabile cooperare con Mosca, la lotta all’Isis, la Siria, l’Iraq, i negoziati con Teheran. Questo è possibile nelle relazioni internazionali: fermezza sui valori, dialogo e cooperazione sulle emergenze comuni. Non dobbiamo agire con Putin in un modo che chiude ogni spiraglio».
Che fare in Medio Oriente?
«Occorre vedere la regione come teatro di una lotta molto basilare: tra quelli che vogliono società tolleranti sul piano religioso e aperte su quello economico, e chi si oppone».
Le manca fare il primo ministro?
«Ogni tanto. Quando ci sono le grandi crisi, pensi sempre che avresti molto da dire a da fare. D’altra parte non ho mai avuto tanto da fare in vita mia».
C’è mancanza di vera leadership in Europa?
«No, direi che c’è buona leadership in giro, non ultimo qui in Italia. Si sarebbe mai immaginato tre anni fa l’attuale posizione di Matteo Renzi?».
27 novembre 2014 | 08:53
L’ex premier britannico a Roma «Chi non cambia i sistemi di base, in un mondo che cambia così tanto e così velocemente, rimane indietro»
di Paolo Valentino
ROMA «La modernizzazione che Matteo Renzi sta cercando di portare in Italia è la sola strada per una forza progressista, che vuole creare una società più giusta ed eguale. Chi non cambia i sistemi di base, in un mondo che cambia così tanto e così velocemente, rimane indietro. Abbiamo tutti davanti gli stessi problemi: globalizzazione, innovazione tecnologica, demografia. La ragione per cui molti Paesi devono riformare sistemi pensionistici, welfare, mercato del lavoro è proprio il mondo che cambia. E la sinistra ha successo solo quando rimane fedele ai suoi valori, ma li applica in modi diversi per tempi diversi». A Roma per una serie di incontri, compreso quello avuto ieri con il Presidente del Consiglio, l’ex premier laburista britannico Tony Blair ha concesso un’intervista al Corriere . Abito grigio, in grande forma, i famosi occhi azzurri che continuano a lanciare scintille, solo i capelli più radi e diafani ne raccontano i 61 anni.
Signor primo ministro, lei fece le sue riforme in un panorama economico caratterizzato dalla crescita, mentre oggi Renzi e gli altri leader devono farlo nel pieno della più grave recessione del Dopoguerra. In che modo governi progressisti possono riformare e rimanere fedeli a se stessi in tempi di crisi?
«Oggi il cambiamento è allo stesso tempo più urgente e più difficile. Penso che in Europa sia necessario un “grande compromesso”, l’intesa a stimolare l’economia, sul piano degli investimenti e su quello monetario, in cambio di sostanziali riforme strutturali, altrimenti l’economia non sarà competitiva in futuro. La moneta unica è stato un progetto motivato dalla politica ma espresso nell’economia, dove l’assunzione implicita era che la crescita continuasse all’infinito. Gli aggiustamenti necessari per allineare le varie economie non vennero fatti. Oggi, di fronte alla recessione, venuto meno lo strumento della svalutazione, l’eurozona deve agire insieme».
Lei quindi critica quei Paesi come la Germania, che insistono solo sull’austerità?
«È impossibile ridurre il debito se non si ha crescita. E’ necessario per l’eurozona combinare misure per lo sviluppo nel breve periodo, varando le riforme che nel lungo termine renderanno quella crescita sostenibile. Ma è chiaro che prima venga la crescita».
L’Europa deve affrontare anche una grave crisi di credibilità presso le opinioni pubbliche. Ieri al Parlamento europeo Papa Francesco ha criticato la troppa burocrazia, la distanza dai cittadini, la «globalizzazione dell’indifferenza» che caratterizzano l’Ue. Allo stesso tempo, crescono nel Continente forze anti-europee, nazionaliste, anti-immigrati che contestano l’esistenza stessa del progetto europeo. Qual è una risposta progressista a questa crisi dell’Europa?
«Credo siano necessarie tre cose. Primo occorre capire che la rabbia della gente è reale, per questo sono necessarie politiche per la crescita e il lavoro. Secondo bisogna affrontare le genuine preoccupazioni sollevate dalle ondate migratorie. E qui abbiamo bisogno di regole, ma non di pregiudizi: quindi forti controlli per frenare l’immigrazione clandestina e misure comuni a tutta l’Unione Europea. Terzo e più importante, l’Europa deve concentrarsi non sulla burocrazia o l’interferenza nella vita delle persone, ma su grandi cose che mostrino perché essa sia l’idea giusta per il XXI secolo: mercato unico, politica energetica, difesa e sicurezza comuni. In nessuna crisi alle nostre porte, oggi, siamo in grado di agire senza che gli Usa siano il senior partner. La percezione della gente è che Bruxelles e le sue istituzioni siano lontani. Tutte le volte che l’Europa si pone il problema di come avvicinarsi alle persone, le sue istituzioni avviano una grande introspezione su se stesse e, due o tre anni dopo, notiamo che la gente le sente ancora più distanti».
Ma come si danno risposte comuni senza forti istituzioni comuni?
«Non riusciremo ad affrontare i partiti dell’estrema destra nazionalista con altri dibattiti sui poteri di Commissione, Consiglio e Parlamento. La priorità immediata è dare alla gente il senso del perché l’Europa sia rilevante nel Terzo Millennio. E la ragione oggi non è più la pace, come per la generazione dei nostri genitori, ma il potere. Se vogliamo essere influenti, far avanzare i nostri valori e interessi in un mondo dove emergono nuovi protagonisti, Cina, India, Indonesia che è tre volte la Germania, ci vuole l’Europa».
Non molti suoi connazionali sono d’accordo. Quanto la preoccupa la prospettiva del Brexit?
«Sono molto preoccupato dalla possibilità che il Regno Unito esca dalla Ue. Sarebbe un disastro per noi e per l’Europa. Però non credo ci sia una maggioranza della popolazione favorevole all’uscita».
Che fare con la Russia? Come bilanciare la necessità di sostenere le aspirazioni dell’Ucraina, con la legittima difesa dei nostri interessi economici e strategici?
«La cosa migliore è tenere fermi i nostri valori. L’Europa deve agire con fermezza di fronte alla destabilizzazione dell’Ucraina. D’altra parte, ci sono aree dov’è indispensabile cooperare con Mosca, la lotta all’Isis, la Siria, l’Iraq, i negoziati con Teheran. Questo è possibile nelle relazioni internazionali: fermezza sui valori, dialogo e cooperazione sulle emergenze comuni. Non dobbiamo agire con Putin in un modo che chiude ogni spiraglio».
Che fare in Medio Oriente?
«Occorre vedere la regione come teatro di una lotta molto basilare: tra quelli che vogliono società tolleranti sul piano religioso e aperte su quello economico, e chi si oppone».
Le manca fare il primo ministro?
«Ogni tanto. Quando ci sono le grandi crisi, pensi sempre che avresti molto da dire a da fare. D’altra parte non ho mai avuto tanto da fare in vita mia».
C’è mancanza di vera leadership in Europa?
«No, direi che c’è buona leadership in giro, non ultimo qui in Italia. Si sarebbe mai immaginato tre anni fa l’attuale posizione di Matteo Renzi?».
27 novembre 2014 | 08:53
#116
BE Enthusiast
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Re: Renzi watch
ah:
Thanks for that Sancho though a bit of a shock to the system this early in the morning.
Maybe it's the grumpy northerner in me but, to me, Renzi comes across as just a bit too keen to be liked in that clip. I'm all in favour of informality, but he still seems a bit over the top, even allowing for an Italian speaking English.
Unless I'm pissed from my 2 pints last night a very curious effect in that vid - as Renzi comes through the door his face appears to be a blanked canvas, only becoming Renzi as he emerges through the door. As if a stuttering robot rendering system couldn't decide if it was going to shape the blob into Renzi or Blair.
Thanks for that Sancho though a bit of a shock to the system this early in the morning.
Maybe it's the grumpy northerner in me but, to me, Renzi comes across as just a bit too keen to be liked in that clip. I'm all in favour of informality, but he still seems a bit over the top, even allowing for an Italian speaking English.
Unless I'm pissed from my 2 pints last night a very curious effect in that vid - as Renzi comes through the door his face appears to be a blanked canvas, only becoming Renzi as he emerges through the door. As if a stuttering robot rendering system couldn't decide if it was going to shape the blob into Renzi or Blair.
#117
Re: Renzi watch
It would appear that the black economy now amounts to 91 Billion not the previously quoted 60, (Rai Tv 29/11) as against the UK's 10? Odd that the public debt which had disappeared from the ISTAT figures for July, August and September suddenly comes back in November having reduced by 30Billion for the third trimester!
Creative accounting?
Creative accounting?
#118
Forum Regular
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Re: Renzi watch
Creative accounting is IMPOSSIBLE with the EU fiscal union.
Let's cut the bs please.
Let's cut the bs please.
#119
Re: Renzi watch
Yes you are right they MUST tell the truth mustn't they?
Per favore............
Per favore............